Abbazia di Rambona

Costruita nel IX secolo per volere dell’imperatrice longobarda Ageltrude, di cui abbiamo testimonianza presso i Musei Vaticani, sorge in un luogo produttivo, fertile e ricco d’acqua. Infatti, qui in precedenza esisteva un santuario pagano dedicato alla Dea Bona, protettrice della fertilità.

La struttura, rarissima in Italia, è in pietra arenaria con fasce orizzontali in laterizio. È una delle poche testimonianze di architettura carolingia. Simbolo dell’abbazia sono le tre imponenti absidi semicircolari di matrice pre romanica con influenze longobarde. È un edificio sobrio con frammenti di recupero a motivi floreali.

La cripta è a 5 navate, con volte a crociera sorrette da pilastri tutti differenti tra loro, con capitelli scolpiti a motivi vegetali e animali, caratteristici della simbologia cristiana. Nella parte centrale vediamo una Madonna con Bambino, riconducibile ai Fratelli Solimbeni con alcune tracce di colore rosso. Gli affreschi sono riconducibili al XV e XVI secolo.

Ancora oggi, al di sotto della cripta, si trova un ipogeo a pianta quadrata con un bacino d’acqua di 70cm. Alcuni ipotizzano che sia proprio questo il luogo, rinvenuto solo nel 1881, dell’antico santuario della Dea Bona.

Purtroppo ad oggi l’Abbazia di Rambona non è visitabile, a causa dei danni subiti dal terremoto delle Marche del 2016.

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